Obiettivo: uno sguardo sempre giovane

Obiettivo: uno sguardo sempre giovane

Lo sguardo è il nostro biglietto da visita, un trasmettitore di emozioni, di stati d’animo, ciò che più attira l’attenzione di chi ci osserva. Attraverso lo sguardo trasmettiamo emozioni e sensazioni non comunicabili a parole. Soprattutto le nuove generazioni – i Millennials – hanno ben recepito l’importanza di questo elemento, e oggi offrire un aspetto più giovane dello sguardo è la mission prioritaria di medici e chirurghi estetici, per soddisfare richieste sempre crescenti. Elemento predominante nello sguardo è la palpebra superiore: lavorando opportunamente su di essa in termini di forma e proporzioni si riesce a migliorare notevolmente lo sguardo, ringiovanendolo e dando ai pazienti la percezione di avere “recuperato” un elemento della propria persona estremamente importante. Facendo essenzialmente riferimento proprio alla palpebra superiore, possiamo classificare l’invecchiamento dello sguardo in sette tipologie ben precise:

• Occhio scavato (Classe Ia)

• Occhio svuotato senza pieghe palpebrali (Classe IIaa)

• Occhio svuotato con pieghe palpebrali di modesta entità (Classe IIab)

• Occhio svuotato con pieghe palpebrali di maggiore entità (Classe IIac)

• Occhio svuotato con pieghe palpebrali di notevole entità e dermatocalasi (Classe IIad)

• Occhio pieno con pieghe palpebrali di modesta entità (Classe IIIaa)

• Occhio pieno con dermatocalasi (Classe IIIab)

Elemento cruciale dell’aspetto della palpebra superiore – e quindi dello sguardo – è la distribuzione del tessuto adiposo: con l’età, l’assottigliamento delle piccole quantità di grasso che in condizioni normali danno il giusto volume alla palpebra superiore determina, più di ogni altro elemento, l’evidenza dell’invecchiamento dello sguardo. Il grasso retrosettale, con la propria deplezione e l’assottigliamento, dà inizio al processo di invecchiamento; il muscolo sovrastante e la sottile cute (in questa sede non c’è sottocute) seguono questa sorta di retrazione del setto che accompagna lo smagrimento del tessuto adiposo. Rivolumizzare correttamente una palpebra invecchiata vuol dire ottenere un ringiovanimento gradevole e naturale ritrovando lo sguardo dei tempi passati. L’area critica in cui comincia a manifestarsi lo svuotamento è facilmente individuabile con la proiezione di una retta medialmente tangente all’iride nello sguardo perfettamente frontale. A questa iniziale deformità a forma di “V” capovolta, segue nel tempo un assottigliamento della piega palpebrale superiore. Col tempo, il processo d’invecchiamento comporta nell’area intermedia uno svuotamento diventa sempre più evidente, nel comparto laterale la palpebra si svuota, dando vita a pieghe cutanee che si assottigliano e talvolta finiscono col raggiungere il margine ciliare, anche superandolo (dermatocalasi).

Nel cosiddetto “occhio scavato” il grasso è di per sé poco presente in tutti i comparti e il tetto dell’orbita è separato dalla palpebra vera e propria. Con l’invecchiamento questa situazione è sempre più evidente e l’occhio si scava sempre di più, fino ad assumere un aspetto “spettrale” già verso i 55-60 anni; viceversa, nell’occhio svuotato senza pieghe palpebrali (solo apparentemente simile all’occhio scavato) questo aspetto si manifesta in età molto più avanzata mediamente ben oltre gli 80 anni.

Lo sguardo da “occhio pieno” è in un certo senso il più fortunato: si svuota minimamente, o la piega, con l’età, finisce col raggiungere e/o superare il margine ciliare (dermatocalasi).

L’approccio terapeutico allo sguardo invecchiato, anche nel recente passato, era esclusivamente chirurgico (blefaroplastica), ma con risultati non sempre soddisfacenti: basti pensare che la blefaroplastica chirurgica, pur essendo in assoluto uno degli interventi più richiesti, è anche tra quelli con la maggiore percentuale di insoddisfazione da parte delle pazienti. Il motivo di questi insuccessi è sempre lo stesso ed è semplice: se è vero che l’invecchiamento è multifattoriale e si manifesta in vario modo, di conseguenza il ringiovanimento non può avvenire attraverso un’unica strada, ovvero la resezione chirurgica.

Delle diverse tipologie di aging palpebrale sopra elencate, ben cinque si giovano della volumizzazione ai fini del ringiovanimento, una ricorre all’approccio esclusivamente resettivo chirurgico (occhio pieno con

dermatocalasi), un’altra infine necessita di un approccio combinato, solitamente dapprima resettivo e poi rivolumizzante (occhio svuotato con dermatocalasi).

La volumizzazione può essere effettuata utilizzando il grasso autologo (micro fat-grafting, nano fat-grafting) e l’acido ialuronico cross-linked, con tecniche ben standardizzate e codificate da vari autori, con approcci differenziati per piani anatomici in base alla tipologia di dimensioni dell’impianto. La corretta tecnica d’impianto di acido ialuronico prevede il ripristino del volume laddove si è ridotto, vale a dire nell’area retrosettale: andando proprio ad “imbottire” il tetto dell’orbita si restituisce allo sguardo un aspetto giovane. Una corretta diagnosi, la scelta di un giusto piano terapeutico, la decisione se dover approcciare volumizzando, resecando o dapprima resecando e poi volumizzando, l’esecuzione di una tecnica con metodo rigoroso e, la scelta di acido ialuronico come filler Yvoire di LG Chem con tecnologia HICE dalle caratteristiche ben precise, fanno percorrere con grande soddisfazione la strada del ringiovanimento dello sguardo delle nostre e dei nostri pazienti. Sì, perché questa tecnica e questo approccio non è solo rivolto al femminile, ma anche in misura crescente allo sguardo maschile.

(a cura della dott.ssa Stefania Bizzarri)


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